Abbiamo tradotto ‘Mastery of the Non-mastery in the Age of Meltdown‘ di Michael Taussig per Meltemi. Lo trovate nelle librerie a partire da Maggio 2023. Nella ricerca di un antidoto alla magia del capitale, Taussig ci offre numerosi spunti per una ricerca etnografica sullo sfaldamento globale: dalla scrittura (contro quello che lui chiama l’agribusiness writing, tipico dell’accademia neoliberale), all’etnografia barocca, si tratta di strumenti atti a spadroneggiare l’esistenza, l’inconscio corporeo, dalle forze magiche del capitale. Una strada impervia, sulla cresta tra verità e inganno, che rischia continuamente di farci cascare in errore, ma che è tentativo necessario per sfidare la ragione del logos, da sola non in grado di assurgere a nessuna forma di non-dominio.
Sicuramente si tratta di un testo eclettico e provocatorio, scrittura anch’essa apotropaica per la vita di chi scrive. E’ in questo senso un testo che arriva al culmine di una vita di ricerca etnografica, e che ne fa prezioso e liminale uso.
Da: Cosa ci vorrebbe per “s-padroneggiare” questo dominio? Risposte di Michael Taussig alle domande di Stefania Consigliere, Enrico Milazzo e Michele Bandiera. Iniziato il 26 gennaio 2023
Domanda: Fine del mondo e Collasso Globale.
Volevamo chiederti qualcosa sulla possibile confluenza tra il collasso globale e l’oscura surrealtà, per come tu li descrivi, e il concetto di fine del mondo e apocalisse di Ernesto De Martino. È interessante per noi perché ha a che fare con la possibilità del linguaggio, ma soprattutto con la condizione di possibilità del rinnovamento del linguaggio.
In particolare, ci incuriosisce la facoltà mimetica e il suo ruolo nella costruzione del mondo: quando tu dici il grado “zero” della mimesi, “un’ineffabile plasticità di fronte alle forme del mondo e alle forme di vita”, aggiungi davvero qualcosa alla “crisi della presenza” esistenziale di De Martino, dove il problema è la perdita di relazione con qualsiasi cosa, la mancanza della sintesi, per così dire, in termini hegeliani e dialettici. Aggiungi qualcosa perché, come tu dici alla fine di Mimesis and Alterity a proposito del “negativo”: “in qualsiasi momento la mimesi rischia di sfociare selvaggiamente in frammenti di senso o in una riproduzione metamorfica inarrestabile”.
Quindi a un certo punto abbiamo pensato specificamente alla storicità della facoltà mimetica in questi processi di mantenimento o di rinnovamento del mondo, più o meno legati al rischio di psicosi e di perdita del mondo, ma soprattutto di fronte all’apocalisse e al collasso globale.
In MNM c’è una frase che suona come: “Avremo bisogno della facoltà mimetica per affrontare il collasso globale”. Perché la mimesi è così legata alla possibilità esistenziale di stare al mondo? Le difficoltà della facoltà mimetica significano non solo la fine delle nostre possibilità di capire cosa sta succedendo, ma anche il rischio che le insorgenze dell’eccesso mimetico siano molto più incontrollabili e pericolose (come la psicosi)? Stiamo perdendo elementi per far sì che l’eccesso mimetico si plachi in un nuovo linguaggio funzionante? In che modo la facoltà mimetica e l’apocalisse sono collegate nell’epoca del crollo globale?
Taussig: Il termine “sfaldamento”, in MNM, si riferisce tanto al collasso politico quanto alla distruzione fisica.
Ciò implica che questo processo esacerba la Facoltà Mimetica. Il termine “eccesso mimetico” si riferisce all’amore per la mimesi, al diventare mimetici per la gioia di farlo – è quel che Nietzsche ritrova nel cosiddetto carattere dionisiaco (ad esempio in Crepuscolo degli idoli). Si potrebbe quindi dire che MNM è un testo dionisiaco basato su modi dionisiaci di essere nel mondo alla fine del mondo.
E che questo può essere ciò che ci salva, in quanto gli umani diventano multipli e non umani, come le piante, le tempeste, la luce lunare, il gracidare delle rane, la melma sulle foglie decomposte, gli altri sessi e i media… Questo è ciò che si vede con l’animismo, che costituisce gran parte della storia umana (vedi l’ultimo libro di Marshall Sahlins, The New Science, uscito nel 2023, che ha lo stesso andamento de Il ramo d’oro di Frazer, con una miriade di esempi di animismo e magia; in Sahlins, però, tutto questo viene radicalmente aggiornato e, rispetto a Frazer, rovesciato, sicché il mondo “primitivo” diventa la coda che scodinzola il cane della “modernità”)2. E quindi MNM! (Vedi anche il mio breve saggio Animism and the Philosophy of Everyday Life in The Corn-Wolf.)